In pochi minuti, il 18 novembre 2025 migliaia di siti e applicazioni nel mondo hanno iniziato a restituire errori 502/504, pagine bianche, servizi irraggiungibili. Il problema non era “il tuo sito”: era Cloudflare. Poche settimane prima, un outage massivo di AWS nel datacenter US-EAST-1 aveva già fermato per ore alcuni dei servizi online più usati al mondo.
Per chi gestisce siti WordPress aziendali, questi episodi non sono semplici “disservizi”: sono rischi concreti di perdita fatturato, reputazione e dati. Vediamo cosa è accaduto, perché è successo e – soprattutto – cosa puoi fare per proteggere il tuo business digitale.
Cosa è successo davvero con Cloudflare (novembre 2025)
Un bug interno che ha impattato mezzo internet
Il 18 novembre 2025 Cloudflare ha subito una grave interruzione globale che ha causato errori HTTP 5xx (soprattutto 502/504) su milioni di siti e servizi che usano la sua rete.
Secondo il post-mortem ufficiale, la causa è stata:
-
un bug nella generazione di un file di Bot Management
-
che ha mandato in crash componenti chiave
-
impattando più servizi core, inclusi CDN e protezioni di sicurezza.
Tra i servizi colpiti: ChatGPT, X (ex Twitter), piattaforme di gaming, siti istituzionali e grandi brand retail.
Quanto è durato e perché è stato così pervasivo
-
L’outage ha avuto una durata stimata di circa 2–3 ore di forte impatto, con code e degrado ancora per un po’.
-
Cloudflare oggi protegge e accelera circa il 20% dei siti web mondiali; è questo livello di centralizzazione che ha fatto sembrare “down Internet” in sé.
Per gli utenti finali il sintomo era semplice:
-
502 / 504 Bad Gateway
-
pagine che non si caricavano
-
loop infiniti di challenge “sei umano?”
Il precedente: il maxi outage AWS del 20 ottobre 2025
Solo un mese prima, il 20 ottobre 2025, Amazon Web Services aveva avuto una massiccia interruzione nel datacenter US-EAST-1 (Northern Virginia).
Cosa è andato storto su AWS
-
Il problema è nato da errori nella risoluzione DNS interna su EC2, che hanno colpito molteplici servizi.
-
L’incidente ha causato oltre 15 ore di disservizi e degrado per servizi critici come Slack, Snapchat, Alexa, Coinbase, Epic Games e molte altre piattaforme SaaS.
Secondo analisi indipendenti:
-
sono state colpite 3.500+ aziende in oltre 60 Paesi,
-
con 17 milioni di segnalazioni utente su servizi in down, uno dei più grandi outage mai registrati.
Cosa significa per chi usa WordPress in cloud
Se il tuo sito WordPress è ospitato su istanze o servizi AWS in quella regione (direttamente o tramite il tuo provider), durante l’outage:
-
il server era irraggiungibile,
-
eventuali API headless o integrazioni e-commerce erano bloccate,
-
automazioni, funnel, pagamenti online semplicemente non funzionavano.
Impatto business: cosa succede ad un sito aziendale durante questi blackout
Danni immediati
Per una PMI o azienda con sito WordPress, un outage di ore può significare:
-
Vendite perse: niente ordini online, niente lead da form o preventivi.
-
Customer care sommerso: chiamate e ticket “il sito non funziona”.
-
Campagne marketing bruciate: continui a pagare ADV verso landing che non caricano.
-
Immagine compromessa: agli occhi del cliente “il tuo sito è giù”, non Cloudflare o AWS.
Se hai 10.000€ di budget ads mensile e giri a 300€/giorno, un down di 4 ore durante il traffico di punta può bruciare centinaia di euro senza ritorno, oltre a ordini mancati.
Rischio reputazione (e IT interno sotto pressione)
In contesti B2B:
-
partner e clienti possono iniziare a mettere in dubbio l’affidabilità dei tuoi sistemi,
-
il reparto IT o marketing viene percepito come “non capace di garantire continuità”,
-
si attivano escalation interne, riunioni d’emergenza, rallentamenti su progetti strategici.
Il vero problema: dipendenza da pochi provider (Cloudflare, AWS & co.)
Gli incidenti Cloudflare e AWS mostrano la stessa verità:
troppa centralizzazione = single point of failure globale.
Oggi molte architetture WordPress aziendali sono costruite così:
-
WordPress ospitato su un cloud provider principale (spesso AWS, Google Cloud, OVH o similari).
-
Tutto il traffico passa da un solo CDN/Reverse Proxy (Cloudflare in primis).
-
DNS gestito dallo stesso provider CDN.
È comodo, efficiente… finché quel provider non ha un problema globale.
Sicurezza di rete ≠ Alta disponibilità: servono entrambi
Cloudflare e AWS sono fondamentali per:
-
mitigazione DDoS,
-
WAF,
-
protezione bot,
-
performance di distribuzione contenuti.
Ma nessun provider è infallibile. Le aziende devono ragionare su due piani paralleli:
-
Security by design
-
WAF, rate limiting, protezione layer 7
-
regole di sicurezza per WordPress (login, XML-RPC, bruteforce, ecc.).
-
-
Resilienza & continuità operativa
-
piani di failover per quando il fornitore stesso è il problema.
-
Cosa può fare subito un’azienda con WordPress
1. Verificare la dipendenza da un singolo provider
Domande da porsi oggi, non al prossimo outage:
-
Il mio dominio usa un solo DNS provider?
-
Passo tutto da Cloudflare (proxy arancione) senza opzioni alternative?
-
Il mio hosting WordPress è concentrato in un’unica regione cloud (es. solo AWS US-EAST-1)?
2. Multi-region e/o multi-cloud (semplificato)
Senza trasformare la tua azienda in una big tech, puoi:
-
usare più region sullo stesso cloud provider (es. replica in EU + US);
-
scegliere un hosting gestito che non dipenda da un solo hyperscaler;
-
prevedere un piano di disaster recovery con secondario “pronto a partire” (anche solo con RTO/RPO definiti).
3. DNS indipendente dal CDN
Scollegare DNS e CDN ti permette, in caso di problemi:
-
di spostare rapidamente i record verso un altro fornitore,
-
di bypassare Cloudflare e puntare direttamente al server,
-
di usare un CDN alternativo (multi-CDN, ad esempio).
4. Monitoring attivo: non affidarti ai ticket dei clienti
Implementa:
-
uptime monitoring esterno (più region) con alert via email/Slack,
-
controlli su: HTTP, DNS, SSL, performance TTFB, errori 5xx,
-
una dashboard che integri status page dei provider (Cloudflare, AWS, ecc.).
Focus WordPress: come progettare un sito più resiliente
Architettura consigliata per un sito WordPress aziendale critico
Una possibile linea guida:
-
Hosting WordPress gestito su infrastruttura cloud ridondata (multi-AZ / multi-region).
-
DNS su provider indipendente, con template di failover preconfigurati.
-
CDN/Reverse proxy con:
-
WAF e protezione DDoS attivi,
-
ma con possibilità di bypass rapido in caso di problemi del provider.
-
-
Backup frequenti (full + database) con retention adeguata al tuo business.
-
Plugin WordPress ridotti all’essenziale, preferibilmente compatibili con caching/CDN.
-
Log centralizzati per capire se l’errore è:
-
lato applicazione WordPress,
-
lato server,
-
o lato provider esterno (Cloudflare, AWS, ecc.).
-
Processi interni: chi fa cosa quando “il sito è giù”
Definisci prima:
-
playbook incident: cosa controllare in prima battuta (DNS, status page, errori 5xx, ecc.);
-
chi decide se bypassare il CDN, cambiare DNS, mettere il sito in “modalità emergenza”;
-
comunicazione verso clienti (banner, email, post social chiari e rapidi).
Sicurezza di rete: il blackout NON è stato un attacco (ma è un campanello d’allarme)
Cloudflare ha chiarito che l’outage non è stato causato da un attacco o da compromissione dati, ma da un errore interno di configurazione.
Questo però non riduce il messaggio per le aziende:
-
gli incidenti capitano anche ai migliori,
-
gli errori umani o di logica software possono essere devastanti quanto un attacco,
-
serve una strategia che consideri vulnerabilità tecniche e organizzative.
Per un sito WordPress questo significa:
-
hardening di sicurezza (login, permessi, firewall, aggiornamenti)
-
ridondanza infrastrutturale (hosting, DNS, CDN).
-
Non basta “mettere Cloudflare davanti” o “spostare tutto su AWS”.
Conclusioni: cosa dovrebbe fare oggi una PMI che vive (anche) di WordPress
Gli outage recenti di Cloudflare e AWS mostrano che:
-
l’infrastruttura internet è potente ma fragile,
-
la tua azienda è spesso più dipendente di quanto credi da un paio di fornitori,
-
continuità operativa e sicurezza devono essere trattate come asset di business, non come costi IT.
Se gestisci un sito WordPress che porta lead, fatturato o rappresenta il tuo brand:
-
Mappa subito da chi dipendi (hosting, DNS, CDN, servizi terzi).
-
Definisci un piano minimo di resilienza (backup, monitoring, bypass CDN, region alternativa).
-
Allinea marketing, IT e direzione: downtime = perdita economica + reputazionale.
Se vuoi capire quanto è esposto oggi il tuo sito WordPress e che margine di miglioramento hai lato sicurezza, uptime e performance, richiedi un check-up gratuito su AssistanceWP: puoi farlo in pochi minuti e avere una fotografia chiara del tuo rischio digitale.
FAQ
1. Cosa è successo nel down globale di Cloudflare di novembre 2025?
Il 18 novembre 2025 Cloudflare ha subito un outage globale causato da un bug nella generazione di un file di Bot Management, che ha portato a errori HTTP 5xx (502 e 504) su milioni di siti e servizi che utilizzano la sua rete CDN e di sicurezza. L’incidente è durato alcune ore ed è stato uno dei più gravi dalla nascita dell’azienda.
2. Il problema Cloudflare è stato un attacco hacker o una violazione dati?
No, secondo il post-mortem ufficiale non si è trattato di un attacco, ma di un errore interno di configurazione/software. Non ci sono indicazioni di compromissione dei dati dei clienti, ma l’incidente ha comunque causato indisponibilità diffusa dei servizi.
3. Cosa è successo nell’outage AWS di ottobre 2025?
Il 20 ottobre 2025 AWS ha avuto un grave problema nella regione US-EAST-1 che ha generato errori nella risoluzione DNS interna e disservizi su più servizi cloud (EC2, Lambda, ecc.), con impatto su migliaia di aziende e piattaforme globali (Snapchat, Slack, giochi online, servizi SaaS). L’outage è durato oltre 15 ore tra errori e degrado.
4. Come posso proteggere il mio sito WordPress da outage di Cloudflare o AWS?
Puoi ridurre l’impatto con:
-
hosting WordPress gestito su infrastruttura ridondata;
-
DNS indipendente dal CDN;
-
possibilità di bypassare il reverse proxy;
-
monitoring esterno multi-region;
-
piano di disaster recovery con tempi di ripristino definiti.
Così, anche se un provider ha problemi, hai opzioni per mantenere online (o ripristinare rapidamente) il tuo sito aziendale.
5. L’uso di un CDN come Cloudflare è ancora consigliato per WordPress aziendali?
Sì, un CDN con WAF e protezioni DDoS resta consigliato, soprattutto per siti aziendali ad alto traffico o esposti a minacce. L’importante è progettarne l’uso in ottica di resilienza, prevedendo: DNS indipendente, modalità di bypass, monitoraggio continuo e – quando possibile – strategie multi-CDN o multi-cloud.
